La Bibbia per i Bambini - Mose'

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    sean69

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    La Bibbia per i Bambini - Mose'







    Mosč l'egiziano ......
    Gli ebrei vivono nella terra d'Egitto, si moltiplicano e prosperano. Il faraone perō ha paura che questi possano allearsi con i suoi nemici e ordina che vengano costretti a lavorare come suoi schiavi. Emana inoltre un editto, che farā in modo di diminuire il numero degli israeliti: tutti i neonati maschi dovranno essere presi e fatti annegare nel fiume Nilo.
    Due schiavi ebrei, Amram e Yochebed, riescono perō a salvare il proprio figlioletto per tre mesi. Spaventati perō da un nuovo possibile editto, lo mettono all'interno di una cesta di vimini e lo abbandonano alla corrente del fiume. La loro bambina, Miriam, seguirā il fratellino durante il tragitto. Il cesto giunge cosė alla reggia del faraone e viene raccolto dalla principessa, figlia del sovrano. La nobildonna decide di adottarlo e gli dā il nome di Mosč. Ha perō bisogno di una nutrice per lui, ecco quindi uscire dal suo nascondiglio Miriam: sua madre Yochebed nutrirā il bambino fino alla fine dello svezzamento.
    Adiratosi per una lezione andata male, il principe decide di svagarsi distruggendo le tende degli ebrei sotto le ruote del suo carro. Mosč rimprovera il fratello per il suo comportamento sconsiderato ma Ramses, che non vuole essere inferiore a lui, lo sfida a vincere una gara di nuoto. Anche questa volta č il giovane ebreo a vincere ma il principe rivale ha scoperto qualcosa di sconvolgente: Mosč č circonciso.
    Scopre cosė la sua vera identitā dalla stessa madre adottiva. Decide dunque di chiedere al faraone il permesso di conoscere la propria gente. Il sovrano gli consiglia di recarsi nella cittā magazzino di Pitom, dove potrā incontrare un gran numero di ebrei. Intanto Loco, fuggito dal palazzo reale, si č riunito alle altre volpi. Mosč guarda il suo animaletto allontanarsi: anche lui č nelle sue stesse condizioni.




    In Egitto intanto il vecchio faraone č morto ed ora Ramses, pių superbo che mai, sopprime gli schiavi. Aronne insieme agli anziani d'Israele chiede a Dio di poter essere liberati. Il Signore ascolta le sue preghiere e si presenta a Mosč sotto forma di roveto ardente, ordinandogli di tornare in Egitto per liberare gli israeliti. Mosč in un primo momento sembra esitare ma poi accetta.

    Sceso a valle racconta tutto alla moglie e insieme a lei attraversa il deserto per tornare nella terra natia. Durante il tragitto incontra Aronne che sarā suo sostegno in questa difficile missione.
    Mosč e il faraone [modifica]

    Mosč e suo fratello Aronne giungono cosė in Egitto. Durante la notte chiamano a raccolta gli anziani d'Israele e ad essi il profeta mostra il potere che Dio gli ha donato. Trasforma infatti, davanti ai loro occhi, un bastone in serpente.

    Il giorno dopo compie lo stesso prodigio in presenza del faraone che perō non sembra intimorito e ordina ai propri maghi di fare altrettanto. Come per rispondere alle richieste di Mosč il tiranno ordina che le fatiche degli schiavi vengano raddoppiate.

    Il mattino dopo il profeta chiede ancora la libertā al faraone ma questi non accetta ed egli dunque, stendendo il bastone sulle acque del Nilo, le rende di sangue. Altre catastrofi sono scagliate sull'Egitto: le rane, le zanzare, i mosconi, la moria del bestiame, i bubboni, la grandine, le locuste, le tenebre. Il faraone ordina che gli ebrei vengano liberati, lasciando perō i loro beni in Egitto. Mosč si rifiuta di accettare queste condizioni e il monarca decide allora di continuare ad insistere.

    Viene scagliata cosė un'ultima piaga: la morte dei primogeniti. Dentro le case, le cui porte sono segnate con il sangue d'agnello, gli ebrei festeggiano la prima Pasqua, sicuri che presto saranno liberi. Il faraone cena intanto con i propri ministri, che sembrano quasi lodarlo per la propria superbia. Nella stessa stanza il principino e sua madre giocano.

    L'angelo della morte invade l'Egitto, le case degli ebrei vengono risparmiate, le case egiziane no. Dentro ogni casa muoiono i primogeniti. Come una bufera, il morbo porta scompiglio nelle stanze del faraone. Il sovrano e i suoi consiglieri si ritrovano per terra, la regina grida per la paura, il principino č morto. Gli egiziani piangono i propri cari morti, Mosč torna dal faraone che, insieme alla moglie, si dispera per il figlioletto: gli ebrei sono liberi ormai, possono abbandonare l'Egitto se lo desiderano.
    L'Esodo [modifica]

    Mosč e Aronne guidano il popolo d'Israele fuori dall'Egitto. Decidono perō di proseguire per la via pių lunga, perché quella costiera č costellata da torri egiziane. Mosč crede infatti che il faraone presto tornerā all'attacco. E cosė infatti avviene, seicento carri da guerra egiziani, guidate da uno dei maggiori comandanti dell'impero, si mette sulle tracce degli ebrei. Proseguono lungo la via costiera ma non li trovano.

    Mosč e la sua gente intanto oltrepassano una palude e giungono cosė alle rive del Mar Rosso, dove si accampano. Alcune spie egiziane riescono a scovare il loro nascondiglio ma vengono catturate da alcuni israeliti e condotte in presenza di Mosč. Uno di essi riesce perō a svignarsela e si reca dal comandante egiziano, comunicandogli la posizione degli israeliti. Il generale e i suoi uomini si accampano dunque in prossimitā della palude. Durante la notte una colonna di fuoco blocca il passaggio degli egiziani.

    Il mattino dopo Mosč divide le acque del Mar Rosso, permettendo agli ebrei di giungere all'altra riva. Gli egiziani li inseguono ma il mare si richiude al loro passaggio. I seicento carri del faraone e il comandante delle truppe finiscono cosė affogati nelle profonditā marine. A riva gli israeliti festeggiano la vittoria. Passano i giorni e gli ebrei, diretti verso il monte Sinai, hanno finito le scorte di cibo. Molti di essi muoiono di fame, il popolo si ribella a Mosč che li incita a rimanere fiduciosi.

    Quella stessa giornata piove dal cielo la manna e giungono al campo stormi di quaglie, le quali sono di nutrimento per gli israeliti.




    "L'Esodo"

    Mosč e Aronne guidano il popolo d'Israele fuori dall'Egitto. Decidono perō di proseguire per la via pių lunga, perché quella costiera č costellata da torri egiziane. Mosč crede infatti che il faraone presto tornerā all'attacco. E cosė infatti avviene, seicento carri da guerra egiziani, guidate da uno dei maggiori comandanti dell'impero, si mette sulle tracce degli ebrei. Proseguono lungo la via costiera ma non li trovano.
    Mosč e la sua gente intanto oltrepassano una palude e giungono cosė alle rive del Mar Rosso, dove si accampano. Alcune spie egiziane riescono a scovare il loro nascondiglio ma vengono catturate da alcuni israeliti e condotte in presenza di Mosč. Uno di essi riesce perō a svignarsela e si reca dal comandante egiziano, comunicandogli la posizione degli israeliti. Il generale e i suoi uomini si accampano dunque in prossimitā della palude. Durante la notte una colonna di fuoco blocca il passaggio degli egiziani.
    Il mattino dopo Mosč divide le acque del Mar Rosso, permettendo agli ebrei di giungere all'altra riva. Gli egiziani li inseguono ma il mare si richiude al loro passaggio. I seicento carri del faraone e il comandante delle truppe finiscono cosė affogati nelle profonditā marine. A riva gli israeliti festeggiano la vittoria. Passano i giorni e gli ebrei, diretti verso il monte Sinai, hanno finito le scorte di cibo. Molti di essi muoiono di fame, il popolo si ribella a Mosč che li incita a rimanere fiduciosi.
    Quella stessa giornata piove dal cielo la manna e giungono al campo stormi di quaglie, le quali sono di nutrimento per gli israeliti.






    Edited by sean69 - 20/11/2022, 10:14
     
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    "La legge scolpita sulla pietra"

    Mosč e la sua gente attraversa il deserto, diretta verso il monte Sinai. Il viaggio č lungo e periglioso. Dio ha fornito il cibo agli israeliti ma manca l'acqua, pių difficile da recuperare in questa landa desolata. Il popolo si lamenta presso il proprio profeta che, dopo aver chiesto soccorso al Signore, battendo il proprio bastone sulla roccia, fa sgorgare da essa dell'acqua.
    Gli israeliti si accampano cosė alle pendici del sacro monte. Lė giunge la carovana di Jetro che, dopo una lite fra pastori placata dall'intervento di Mosč, osserva come questi riesca a farsi ascoltare dal suo popolo e come si affatichi nel fermare tutte le possibili rivolte. Gli consiglia dunque di eleggere come suoi subalterni alcuni uomini fidati, che saranno divisi fra le varie tribų e cercheranno di mantenere l'ordine fra gli israeliti. Mosč e Aronne sono concordi in questo e decidono di fare come Jetro ha detto.
    Il profeta, chiamato dal Signore, decide di salire sul monte Sinai per parlare con lui. Il popolo vuole seguirlo ma un forte vento li ferma. Solo Giosuč, il pių fedele degli israeliti, decide di andare con lui, fermandosi perō a metā tragitto.
    Dopo quaranta giorni ecco tornare Mosč, portando nelle mani due tavole di pietra, i dieci comandamenti. Dopo aver letto le leggi divine, il profeta ordina di costruire un altare, con dodici pietre attorno ad esso, una per ogni tribų.
    Conclusa questa solenne celebrazione, Mosč torna sul monte ma, passati quaranta giorni, ancora non si vede. Il popolo inizia a dubitare della reale esistenza di Dio, solo Giosuč, pensoso, rimane ad aspettarlo a valle.




    Edited by sean69 - 28/3/2015, 02:50
     
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