Viaggio nelle carceri peruviane

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    sean69

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    Ci sono posti che non vengono raccontati: sono lontani e non prendono treni né aerei. Restano dove sono, fino ad essere inghiottiti dall’imbuto del silenzio. Noi vogliamo raccontare questi posti.
    IntoTheMovie presenta L’odore dell’inferno: viaggio nelle carceri peruviani. Lavoro autoprodotto da Andrea Fusco, trentenne professione reporter, che ha intrapreso un viaggio solitario all’interno dei carceri di Lurigancho e Castro Castro (Lima – Perù).
    Dopo la chiusura di Guantanamo, Lurigancho è diventato il carcere più duro e pericoloso al mondo. Conta 11.000 detenuti per una capienza di appena 1.000 posti. Ogni detenuto è libero di muoversi, continuare i propri traffici e rischiare di essere ucciso e dato in pasto agli altri detenuti, come è accaduto più volte, anche negli anni recenti.
    Nel novembre scorso, si è scoperto l’omicidio di una giovane donna avvenuto, agli inizi di agosto, durante l’orario di visita. L’assassino, marito della donna, è riuscito, per ben tre mesi, a nasconderne il cadavere sotto al proprio letto. Nessuna guardia quel giorno si era accorto della non coincidenza del numero di persone entrate con il numero di quelle uscite. Solo l'odore pestilenziale proveniente dalla cella ha reso possibile, dopo tre mesi, la macabra scoperta.
    Alle autorità che autorizzano l’ingresso, sotto scorta e soltanto in determinate zone del carcere, Andrea dichiara di voler realizzare un lavoro sull’arte all’interno delle carceri.
    L’INPE, l’organo che gestisce le carceri peruviane, la vede come un’occasione di ottima pubblicità in Europa per un carcere sudamericano che fa “attività di riabilitazione per i suoi detenuti”.
    Lo scopo di Andrea è, invece, di documentare la vita reale all’interno di quel “posto di non ritorno”, trasmettendone persino gli odori, dopo essersi infiltrato con vari mezzi, con una telecamera tenuta segretamente sempre accesa, nelle aree più vietate e terribili del carcere.
    Terroristi, assassini, stupratori, pedofili, spacciatori e narcotrafficanti diventano protagonisti e, talvolta, complici/compagni di un viaggio alla fine del quale restano addosso, anche allo spettatore meno sensibile, le immagini crude di vite umane e reali che toccano l’inumano.
    Tutte le trasmissioni televisive italiane a cui l’autore ha presentato questo lavoro si sono rifiutate di mandarlo in onda in quanto ritenuto troppo crudo e poco interessante per i palinsesti nazionali.





    Buona Visione..
     
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    granatiere granitico

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    Violenze in carcere: chi sta con i poliziotti penitenziari impenitenti

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