IL MONDO DELLE FIABE

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  1. Santa60
     
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    Fratellino e Sorellina
    Fiaba dei F.lli Grimm


    imageC'erano una volta due bambini, fratello e sorella, i quali avevano avuto la sventura di perdere la mamma. Si sentivano perciò molto soli nella capanna in mezzo al bosco e furono contenti quando il babbo si risposò. Speravano di trovare nella matrigna quasi una seconda mamma, una donna buona, che li amasse e li consolasse quando si sentivano tristi. Ma purtroppo la matrigna era una strega astuta e cattiva, la quale si affezionò moltissimo al cane di casa, mentre non poteva sopportare i due poveri bambini. Se il fratellino e la sorellina si avvicinavano a lei sperando in una carezza, li mandava via e prendeva sulle ginocchia il cagnolino. Quando cucinava un buon manicaretto, se lo mangiava tutto, porgendo al cane sotto alla tavola qualche bocconcino, ma non permettendo ai due ragazzi nemmeno di leccare la pentola. Infine, guardava Fratellino e Sorellina sempre con occhio maligno, li sgridava e picchiava per un nonnulla e spesso li metteva in castigo senza nessuna ragione. image
    Fratellino e Sorellina Gli anni passarono e, tra i tanti soprusi, i due bimbi divennero grandi. Un giorno, dopo l'ennesimo rimprovero della matrigna, il Fratellino disse alla Sorellina:
    - In questa casa, stiamo peggio di prima! Se la nostra mamma lo sapesse, soffrirebbe e piangerebbe... andiamocene di qua! Troveremo qualche posto dove si possa vivere in pace, senza nessuno che ci maltratti! -
    La Sorellina fu contenta della proposta:
    - Andiamo, Fratellino! Ci faremo compagnia e non ci lasceremo mai!
    Così, approfittando di un momento in cui la matrigna si era addormentata con il cagnolino sulle ginocchia, infilarono la porta di casa e se la diedero a gambe in mezzo al bosco.Corsero sino a sera, per allontanarsi quanto più potevano e, quando fu buio, si rannicchiarono nel tronco vuoto di un albero e dormirono saporitamente, sfiniti dalla stanchezza. Al mattino, quando si svegliarono, il sole era già alto.
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    Il tronco di legno secco era diventato caldissimo e il Fratellino si asciugò il sudore dicendo:
    - Sorellina, muoio di sete! Andiamo a cercare dell'acqua! -
    - Mi sembra di sentire il mormorio di un ruscelletto qui vicino! - disse la Sorellina.
    Si presero per mano e, fatti pochi passi, trovarono davvero un ruscelletto d'acqua fresca e limpida, che scendeva da una piccola altura. Il Fratellino si gettò in ginocchio per bere, ma la Sorellina lo fermò. Aveva udito la sorgente mormorare qualcosa e le parole erano queste:
    - Chi beve diventa una tigre! Chi beve diventa una tigre! -
    image- Fratellino, non bere! - supplicò la Sorellina impaurita -Altrimenti diventerai una tigre e mi sbranerai! - Fratellino si passò la lingua sulle labbra secche e sospirando disse: - Va bene! Andiamo a cercare un'altra sorgente! Si inoltrarono ancora nel bosco e trovarono un secondo ruscello, che serpeggiava tra i sassi. Ma la Sorellina udì che anche questo ruscello mormorava qualcosa e le parole erano:
    - Chi beve diventa un lupo! Chi beve diventa un lupo!-
    - Oh, Fratellino mio, non bere! - singhiozzò la giovinetta - Altrimenti diventerai un lupo e mi mangerai!
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    Il fratellino guardò perplesso l'acqua e borbottò: - Cerchiamo un'altra sorgente, ma ti avverto che questa volta berrò, perchè muoio di sete!
    In realtà, era accaduto che la matrigna, svegliandosi e non trovando più i ragazzi, aveva deciso di stregare tutte le fonti del bosco. Anche la terza fonte che incontrarono era, dunque, stregata e, scorrendo, mormorava: - Chi beve diventa un capriolo! Chi beve diventa un capriolo!
    - Fratellino, non bere! - esclamò la Sorellina - Altrimenti diventerai un capriolo e fuggirai!
    Ma il Fratellino questa volta non l'ascoltò; avvicinò le labbra alla sorgente e bevve a sazietà. Subito si trasformò in un capriolo con il codino dritto.
    - Oh povero Fratellino mio!- esclamò la Sorellina con angoscia e scoppiò in lacrime, mentre anche l'animale piangeva e le lacrime gli scorrevano lungo il musetto. Poi la Sorellina abbracciò il Fratellino e gli disse:
    - Abbiamo giurato di non lasciarci mai, perciò ti legherò con la mia cintura e continueremo la strada insieme! La Provvidenza non ci abbandonerà! Con la cintura fece una specie di guinzaglio, poi continuò la strada, mentre il capriolo la seguiva docilmente, tutto mortificato.
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    E infatti la Provvidenza non li abbandonò, perchè poco dopo trovarono una casetta solitaria e abbandonata che pareva fatta apposta per loro.
    image- Ci fermeremo qui -disse la Sorellina - Così saremo al riparo dalle intemperie! Ti preparerò un bel giaciglio di foglie ed erbe ed ogni giorno andrò a cercare da mangiare per me e per te!
    E da quel giorno uscì ogni mattino a raccogliere i frutti della foresta: bacche, noci, mirtilli e fasci d'erba odorose per il suo caro fratellino. Gli scoiattoli, i conigli selvatici, gli uccellini avevano fatto amicizia con lei e spesso l'accompagnavano sino a casa, partecipavano al pranzo e si addormentavano sulle sue ginocchia o sulle sue spalle, quando sorellina, recitate le preghiere della sera, chiudeva gli occhi, con la testa appoggiata al dorso di fratellino.
    imageLa vita scorreva, così, abbastanza tranquilla, anche perchè il capriolo aveva conservato l'uso della parola e poteva fare lunghe chiacchierate con la sorellina. Ma un mattino presto tutto il bosco risuonò dello squillare dei corni. Era il giovane re del paese, che aveva organizzato una gran caccia, alla quale aveva invitato tutti i suoi amici più cari, con mute di cani, battitori, cacciatori e galoppava tra gli alberi, inseguendo la selvaggina. Non appena il capriolo ebbe udito tutto quel rumore, incominciò a saltellare, preso dalla smania di uscire.
    - Oh sorellina mia - supplicò - aprimi la porta e lasciami andare ad assistere alla caccia o morirò! - La sorellina avrebbe voluto rifiutare, ma il capriolo la guardava con occhi tanto supplichevoli che la fanciulla non seppe dire di no ed aprì la porta.
    - Ritorna presto! - raccomandò - E quando giungerai davanti alla porta grida: Sorellina, fammi entrare! Così io potrò riconoscerti. Se non udrò queste parole, non aprirò a nessuno, perchè ho paura dei cacciatori!
    - Fratellino promise e in un baleno scomparve fra i cespugli. Quel giorno si divertì moltissimo ad apparire e sparire sotto il naso dei cacciatori, dei cani e persino dello stesso re che era un bellissimo giovane con una corona sulla testa, Tutti lo inseguivano: il re spronando il cavallo, i cacciatori tendendo l'arco, i cani latrando a perdifiato. Ma l'animale era agile e veloce più di qualsiasi capriolo e si sottraeva agli inseguitori. Verso sera ritornò alla casetta e gridò:
    - Sorellina, fammi entrare! -
    La sorellina aprì subito e accolse il suo caro fratellino con mille carezze. Ma il re, rientrando nella sua tenda dichiarò:
    - Quel capriolo ci ha beffati per tutto il giorno! Domani bisogna catturarlo, ma vivo! - I cacciatori promisero e, quando all'alba la caccia ricominciò, stettero pronti, con la freccia incoccata. Fratellino aveva ottenuto per la seconda volta il permesso di uscire e per la seconda volta si fece beffe di tutti, cacciatori e cani, apparendo e sparendo come un lampo. Quando poi ritornò in casa, verso sera, un cacciatore più ostinato degli altri riuscì a seguirlo sin là e con una freccia lo ferì leggermente ad una zampa. Poi, però, rimase di stucco, quando udì la bestiola che diceva: - Sorellina, fammi entrare! - e vide la bella fanciulla che apriva la porta per accoglierlo fra le braccia. Il cacciatore, allora, tornato daal re gli raccontò ogni cosa. Il re rimase perplesso:
    - Come è possibile che un capriolo sappia parlare? - borbottò
    - E come può avere per sorella una bellissima fanciulla e non una cerbiatta? - Poi aggiunse, rivolto al cacciatore: - Domani mi indicherai dove abita la strana bestiola, perchè gli daremo tutti la caccia, ma senza ferirlo, nè spaventarlo! -
    Intanto la sorellina si era spaventata moltissimo vedendo il capriolo ferito. Lavata bene la piccola piaga, l'aveva fasciata con foglie freschissime e aveva lasciato il fratellino a riposare su un bel fascio di erbe odorose.
    - Non devi uscire più, Fratellino! - esclamò piangendo - Altrimenti i cacciatori ti uccideranno ed io resterò sola in questo bosco!
    Il capriolo voleva promettere, ma non poteva, perchè il suo istinto era troppo forte e già sognava le corse del giorno dopo, il latrato dei cani, lo squillio dei corni, gli agili balzi al di sopra dei cespugli e delle siepi, che gli davano l'impressione di poter volare. Al mattino dopo, infatti, cominciò a supplicare:
    - Sorellina, lasciami andare! Sento che la caccia è già ricominciata e, se non potrò uscire, morirò! - La Sorellina rispose di no, ma il capriolo la pregò tanto che infine non potè resistere, socchiuse la porta e disse:
    - Va, ma torna presto, altrimenti morirò io! -
    Il capriolo spiccò un balzo e si dileguò fra i cespugli. Tutti i cacciatori e il re in persona stavano all'erta e non appena lo scorsero, subito spronarono i cavalli ed incominciarono ad inseguirlo. Fu una battuta di caccia veramente inebriante per tutti: capriolo, cani e cavalli volavano al di sopra dei cespugli e dei corsi d'acqua, ma, anche senza l'ordine del re, nessuno avrebbe voluto uccidere la bella bestiola, per non interrompere la corsa entusiasmante. Ma quando il sole volse al tramonto, il re comandò che il capriolo fosse lasciato in pace e chiese al cacciatore di condurlo alla casetta solitaria. Quando giunse davanti alla porta, bussò e disse:
    - Sorellina, fammi entrare!
    Subito la porta si schiuse ed una bella fanciulla protese le braccia, ma le ritrasse subito sbigottita, vedendo che non si trattava del suo capriolo, ma un bel giovine con un manto di porpora e di ermellino ed una corona d'oro sulla testa.
    - Dov'è il mio fratellino? è morto? - chiese Sorellina scoppiando in un singhiozzo disperato. Il giovane re tentò di tranquillizzarla:
    - Il vostro fratellino ritornerà fra poco; ma spiegatemi come mai voi siete sorella di un capriolo! E per di più di un capriolo che parla!Certamente non può che trattarsi di un incantesimo!
    Sorellina non negò ed incominciò a raccontare le sue sventure e quelle di Fratellino. Il re ne rimase commosso e disse:
    - Non è giusto che voi viviate così sola in questo bosco, con l'unica compagnia di un capriolo, che potrebbe essere sbranato dai lupi o ucciso dai cacciatori. Venite con me nella mia reggia e sarete al sicuro da ogni pericolo, anche perchè io farò arrestare la vostra matrigna e l'obbligherò a togliere l'incantesimo, minacciandola, in caso contrario, di portarla al rogo, come capita a qualunque altra strega. Proprio in quel momento il capriolo rientrava, ancora ansante per le corse fatte, ma confuso e mortificato perchè sapeva di aver tenuto in ansia Sorellina. Andò ad accucciarsi ai suoi piedi e, come per chiederle perdono, le lambì la mano. Sorellina, ormai tranquilla, lo abbracciò.
    - Verrei volentieri con voi! - disse la fanciulla sospirando - perchè in questo bosco ho sempre paura! Ma dovete promettere che mai sarà fatto qualcosa di male al mio fratellino!
    - Ve lo giuro! - esclamò il re con calore. Egli si era subito innamorato della bellissima creatura e pensava che non appena giunti alla reggia l'avrebbe sposata. Così Sorellina sarebbe stata proprio al sicuro da ogni pericolo. Il giovane re balzò in sella e Sorellina salì in groppa dietro di lui; poi il cavallo spiccò la corsa, mentre il capriolo li seguiva saltando al di sopra dei cespugli e delle siepi. Giunti alla reggia, il re chiese la mano di Sorellina, la quale fu felicissima di acconsentire, perchè già sentiva di voler tanto bene al re, che era bello e coraggioso. Le nozze furono celebrate con gran pompa, poi il re mandò un manipolo di guardie ad arrestare la matrigna. Vedendo che i due ragazzi da lei tanto odiati non solo erano ancora vivi, ma felici e fortunati, la cattiva donna parve schiattare dalla rabbia: rifiutò di liberare Fratellino dall'incantesimo e promise molte altre stregonerie a danno di tutti. Allora, il re non volle sentire altro e la condannò al rogo. Ma non appena la megera fu ridotta in cenere, il capriolo si accasciò a terra e dalla sua spoglia si levò Fratellino, che nel frattempo era diventato anche lui un bellissimo giovane. Fratello e Sorella, promettendo in cuor loro che mai si sarebbero lasciati, si abbracciarono ed abbracciarono anche il re; poi vissero insieme fino al termine dei loro giorni, felici e contenti.

     
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