In un altro paese - Documentario su Falcone e Borsellino

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    sean69

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    Film-documentario presentato da Marco Visalberghi, "In un altro Paese" è diretto da Marco Turco e prodotto da DocLab, dalla Radiotelevisione italiana - Rai Tre e da ArtLine Films, con la partecipazione di France 2, in associazione con Yle Teema, e Sveriges Television. L'opera è tratta dalle inchieste dello scrittore e giornalista statunitense Alexander Stille, autore di "Excellent Cadavers: The Mafia and the Death of the First Italian Republic" (edito in Italia da Garzanti, "Nella terra degli infedeli. Mafia e politica,").
    Si tratta di un documentario di 92 minuti, qui visibile in edizione integrale, scritto da Vania Del Borgo e dal regista Turco in collaborazione con lo stesso Stille. L'obiettivo è puntato sul rapporto fra la Mafia siciliana e lo Stato italiano negli anni della prima Repubblica. In particolare, il filmato è incentrato sulla storia del maxi-processo di Palermo, iniziato il 10 febbraio 1986 e terminato il 16 dicembre 1987, un momento storico della lotta a Cosa Nostra, reso possibile dal lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due giudici che furono massacrati nel 1992 (il primo a Capaci il 23 maggio ed il secondo in via D'Amelio a Palermo il 19 luglio). Come si ascolta nel video, in un altro Paese gli artefici di una tale vittoria contro le organizzazioni criminali sarebbero stati considerati un patrimonio nazionale. Dopo aver vinto la prima battaglia a Palermo, ci si sarebbe aspettato che Falcone ed i suoi colleghi fossero messi nelle condizioni di vincere la guerra. Invece, in Italia, avvenne il contrario: furono lasciati soli, al centro di polemiche pretestuose, bersaglio di attacchi indiretti, in una situazione di "abbandono" che annunciò e favorì gli attentati dinamitardi in cui furono uccisi. Lo Stato fece posto ai criminali, come avvenne per il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato nel 1982 con la moglie Emanuela Setti Carraro.
    Questo documento video è molto accurato ed informato. Gli accadimenti di quegli anni sono rievocati da chi ha conosciuto i due magistrati ed ha lavorato al loro fianco: i giudici istruttori del primo pool anti-mafia, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello; il pm al maxiprocesso, Giuseppe Ayala; i loro colleghi Ignazio De Francisci e Antonio Ingroia; gli amici, come il magistrato Francesco Lo Voi ed il giornalista Francesco La Licata. Le immagini della fotografa palermitana Letizia Battaglia scandiscono il racconto.
    Emerge in tutta evidenza un quadro oramai ben noto: la connivenza tra mafia e politica. "La mafia è una componente organica del sistema di potere italiano" dice Ayala; mentre Di Lello sostiene che "I rapporti tra mafia e politica sono tornati ad essere sempre più palesi... senza che succeda niente"; De Francisci si interroga amaramente sul senso del sacrificio di Falcone e Borsellino.
    Questo documentario, frutto di lavoro paziente e rigoroso, appare una delle migliori testimonianze che si possano dare ai giovani per far conoscere l'impegno civile, il coraggio e l'onestà di tutti i servitori dello Stato sacrificatisi senza nulla chiedere e ricevere. Da vedere per non dimenticare mai.



    Per non dimenticare..
     
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