Coronavirus,App Immuni: cos'e' e come funziona

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    sean69

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    Si chiama Immuni ed è l’app che l’Italia ha scelto per la propria lotta digitale contro il contagio da coronavirus. L’applicazione funziona su un principio semplice: monitorando le reti Bluetooth incrociate dal proprio smartphone, tiene traccia delle possibili occasioni di contagio che vengono a crearsi nel tempo, aiutando così il singolo a proteggersi e la collettività a limitare i focolai della pandemia.

    L’app Immuni è disponibile al download dal 1 giugno 2020 e può essere scaricata sia da Google Play che da App Store. L’installazione può avvenire quindi sia su Android che su iOS, purché si sia effettuato il preventivo aggiornamento di Google Play Services (per Android) e del sistema operativo (per utenza Apple).

    L’app Immuni si può scaricare da qui:

    download da App Store (per iPhone): [URL=L’app Immuni è disponibile al download dal 1 giugno 2020 e può essere scaricata sia da Google Play che da App Store. L’installazione può avvenire quindi sia su Android che su iOS, purché si sia effettuato il preventivo aggiornamento di Google Play Services (per Android) e del sistema operativo (per utenza Apple).

    L’app Immuni si può scaricare da qui:

    -download da App Store (per iPhone) : https://apps.apple.com/app/id1513940977

    Puoi scaricare Immuni dall’App Store e usarla correttamente se il tuo iPhone ha iOS versione 13.5 o superiore. Aggiorna iOS all’ultima versione disponibile prima di effettuare il download di Immuni. I modelli di iPhone che supportano iOS 13.5 sono i seguenti: 11, 11 Pro, 11 Pro Max, Xr, Xs, Xs Max, X, SE (2nd generation), 8, 8 Plus, 7, 7 Plus, 6s, 6s Plus, SE (1st generation). Purtroppo, non potrai usare Immuni se il tuo modello di iPhone non permette l’aggiornamento di iOS a una versione pari o superiore alla 13.5“

    -download da Play Store (per Android) : https://play.google.com/store/apps/details...lasalute.immuni

    Smartphone con Bluetooth Low Energy, Android versione 6 (Marshmallow, API 23) o superiore e Google Play Services versione 20.18.13 o superiore (tutti e tre i requisiti sono necessari per usare Immuni). Aggiorna Android e Google Play Services all’ultima versione disponibile prima di effettuare il download di Immuni.

    -download da App Gallery (per dispositivi Huawei di nuova generazione): sarà disponibile prossimamente

    App Immuni: come funziona

    Chiunque abbia l’app Immuni installata sul proprio smartphone, automaticamente registra (tramite Bluetooth) il codice anonimo che emettono gli altri smartphone con app installata. Questa registrazione avviene soltanto in certi casi, ossia quando i terminali siano sufficientemente vicini e ci sia una compresenza che dura qualche minuto (non soltanto un incrocio casuale).

    Nel caso in cui una persona sia identificata come positiva al tampone, potrà cambiare la modalità della propria app certificando il proprio avvenuto contagio. Questa procedura viene portata a termine in collaborazione con le autorità sanitarie, alle quali è sufficiente comunicare l’apposito codice segreto disponibile sull’app: l’ASL di competenza andrà a contrassegnare l’account come “positivo” e partirà un aggiornamento che si concluderà con l’avviso a tutti gli altri utenti interessati

    A questo punto, infatti, tutte le app che sono state nelle vicinanze del soggetto (identificato anonimamente dalla lunga serie di codici casuali emessi nel frattempo e tracciati da altri smartphone) nella fase entro cui il diretto interessato dichiara di aver già avuto i primi sintomi, riceveranno una notifica. Per ricevere la notifica, l’app contatta un server SOGEI ogni 4 ore circa, scarica l’elenco dei codici “positivi” e li confronta con quelli contenuti nell’archivio locale: la notifica parte soltanto in caso di corrispondenza.

    immuniapp



    Alla ricezione della notifica, l’app impartisce istruzioni sul comportamento da tenere: consiglia anzitutto cautela e autoisolamento, chiede quali eventuali sintomi si avvertano e gestisce le comunicazioni correlate.

    La tutela dell’anonimato è garantito da un meccanismo di TEK (Temporary Exposure Key) e RPI (Rolling Proximity Identifier) che, modificandosi più volte al giorno, impediscono il tracciamento di una rete e ne rendono anonima l’identità correlata.

    I dati raccolti sono sempre e comunque anonimi, dunque nessuno può identificare la posizione di un utente, né le sue generalità, né dati tracciabili sul suo stato di salute: la tracciabilità è relativa soltanto all’incrocio tra i contatti, così che si possa tentare di creare una struttura di autocontrollo per monitorare l’espansione della pandemia aiutando le singole persone a curarsi nel migliore dei modi (ed evitare di moltiplicare ulteriormente i contagi).

    Il sistema pone in essere, inoltre, una serie di limitazioni statistiche finalizzate alla riduzione dei falsi positivi: tutto è stato immaginato per rendere quanto più efficiente possibile un meccanismo che, da progetto, deve fungere da ausilio alle autorità sanitarie per accorciare le catene di contagio e coadiuvare le strategie di contenimento della pandemia sul territorio nazionale.

    Sulla base di quanto spiegato dal Commissario Straordinario della Protezione Civile, Domenico Arcuri, l’app è vista come essenziale per la “Fase 2B” della lotta al coronavirus: la sua presenza su almeno il 60% degli smartphone degli italiani consentirebbe di creare una vera e propria barriera allo sviluppo del contagio nello spazio e nel tempo, consentendo all’Italia di riaprire con maggiori garanzie e maggior efficienza. Per riuscire in questo obiettivo, però, l’app dovrebbe convincere gli italiani a farne buon uso, portandola sui propri smartphone ed utilizzando le reti Bluetooth per tentare di mettersi a disposizione di questa strategia di contact tracing nazionale.

    Nel tempo gli obiettivi si sono abbassati e, auspicando l’installazione almeno sul 30% dei dispositivi a livello nazionale, il sistema potrebbe aiutare almeno a perimetrare le dimensioni dell’epidemia pur nel contesto di un suo progressivo affievolimento (rappresenterebbe comunque un utile campanello d’allarme nel caso di un colpo di coda dei contagi in fase autunnale).

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    Fonte:WEB
     
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